domenica 5 giugno 2016

La musica folk

Tempo fa feci una ricerca su google scrivendo il mio nome e cognome e tra le pagine in mostra ne figurava una alquanto curiosa; conteneva un testo che aveva per titolo Mah, io sono Felice a Campora… – puntini sospensivi compresi. Aveva o non aveva a che fare con me?

Forse sì, dati i temi discussi in quella pagina, il nome dell'Autore e altri indizi. Lasciamo però perdere le supposizioni sul fatto se io sia o no collegato a quel testo, come anche eventuali considerazioni sull'argomento lì affrontato; it is such a kind of gain-giving as would perhaps trouble a woman, potrei dire affidandomi a Shakespeare e forzando i suoi riferimenti ai miei; i contenuti del brano in quella pagina web appartengono alla categoria della musica folk e delle visioni, alle quali sono costantemente affezionato; il tono è leggero eppure profondo, lo stile semplice eppure, nella sua brevità, ricco di riferimenti colti, molte parole suggeriscono altre idee oltre a quelle collegate al significato specifico.

Mi permetto quindi di inserire tale brano in questo mio blog, che contiene solo scritti generati dalla lettura o dall'ascolto di ciò che di creativo è stato prodotto da me; spero di non fare cosa sgradita ad alcuno, spero che la nostra comune madre possa contenere questo atto tra le sue amorevoli braccia e sostenerlo con sopportabile peso.

Nei commenti, posto sia il testo che l'indirizzo del luogo della Matrice nel quale l'ho prelevato.

Felice Campora

venerdì 3 giugno 2016

Discorso sul linguaggio ordinario

Nel mese di settembre del 2012 venni invitato a parlare a casa di alcuni speciali amici; tra di loro Luciana, che ricordo come una donna coraggiosa e di gran carattere. Si trattava di un luogo sopra Diamante chiamato Arcipelago Sagarote, una casa rurale su una bella collina. Considerai questo invito un grande onore, mi preparai molto e rimisi in ordine una serie di appunti che poco prima dell'incontro ricondussi ad un solo argomento; Discorso sul linguaggio ordinario. Riuscì un incontro bello, eravamo una ventina.

Su questo argomento produssi in seguito anche un testo ben organizzato, che conservo; dividendo l'argomento in tre parti:
1. L'insidioso stato dell'arte
2. Il linguaggio dominante
3. Tecniche di liberazione
Il testo contiene un corposa serie di citazioni e altre appendici.

Questo argomento riesce ancora oggi a contenere riflessioni originate da miei studi su letteratura inglese, linguistica, pedagogia, anarchismo, giustizia sociale e altro. Sono campi del sapere sui quali sono a mio agio poiché vi ho condotto specifici studi accademici, nel tempo mantenuti con continui nuovi studi.

A commento di questo post, si trova l'indirizzo web dove compaiono fotografie di un successivo incontro, più invernale.

Ancora oggi continuo ad accumulare materiale sull'argomento.

Felice Campora

martedì 10 aprile 2012

Nove libretti (2004-2007)


Narrativa breve La stupenda avventura di Luis Tenér, L’anarchia e la felicità, La corda, La memoria del fratello, La macchia, Un funerale, Cinque, Maria, Campo di notte, Calabria, La memoria, La Città del Poeta, Aquì, marinero!, Il segreto, Fretta di festa. Saggi Gli Alberi di Shakespeare, Giochi di ColeridgeLe Due Sorelle, Una modesta proposta, L’autore inesistente, La lettera antica. Teatro e Musica I Nemici della Città, La lettera di Matteo, Gaetano il tamburino, Raffaele canta, 48 Testi folk. Contiene: Un’ora nel castello di Amantea, Gabriella, Lettera a Niccolò Tarsia di Pasquale Furgiuele (1830-1856)

lunedì 9 aprile 2012

Sette Racconti di Mistero


La macchia
di Gianluca Rivolta

A dire il vero non era proprio una macchia. Al contrario, era un luogo più luminoso di ciò che gli stava intorno. Era una macchia bianca, ecco quello che era. Adesso vi racconto esattamente dov’era e come è entrata nella mia vita.

giovedì 5 gennaio 2012

Patria e amore - Pasquale Furgiuele

A Michele Lops di Corato

Mio dilettissimo amico,
Di molte fortunose vicende ricolma, è per chi bene intende la storia della terra che mi vide nascere, d'Amantea voglio dire, la quale per piccolo paese che si fosse pure di esempî di maschio valore, e di carità cittadina fu in ogni tempo fecondissima. E rileggendo io spessissime volte cotesti fatti, forte desiderio mi venne nell'animo di celebrarli coi versi, al che fare spingevami l'amore del loco natio, ed il desiderio di tempi, e d'uomini migliori. E l'esempio del Pellico anche in questo mi era di scuola, e di conforto - ma io conoscendo quanto basso il mio ingegno si fosse, un piccolo saggio soltanto io ho voluto farne, affinchè le opinioni, e i consigli dei sapienti o a desistere dalla via cominciata o a fornirla con maggiore alacrità mi rendessero esperto. Ed essendo poi questo il mio primo arringo, io a te ho voluto intitolarlo, a te compagno della mia giovinezza e benigno sempre a compatire la fiacchezza delle mie forze, anche perchè valesse a certificarti, come a dispetto della lontananza, l'amico tuo serba, e serberà sempre di te memoria dolcissima.
Tuo affezionatissimo sempre
P. Furgiuele

sabato 31 dicembre 2011

ITALO - Il re degli Enotri

I racconti contengono molte magie. Possono ringiovanire le persone, ma anche farle diventare vecchie prima del tempo; possono risvegliare nell’ascoltatore pensieri che ne cambiano la vita, possono concedere la vista al cieco disvelandogli mondi impensati. Così potente è la loro magia. Ma devi anche sapere che ogni storia è una rivelazione che l’ascoltatore comprende solo in parte; le storie dialogano invece a loro piacimento e con pienezza di risultati con le parti più profonde e ignote di noi, e ciò accade senza che noi possiamo in alcun modo esserne consapevoli. Esse attraversano liberamente la nostra mente e si depositano nei recessi dove risiedono le volontà più antiche; e da quei luoghi guidano ogni cosa, ogni volere, senza chiedere alcun permesso. E questo accade sia nel tempo del loro svolgimento che nelle stagioni successive, per questo si dice che i racconti non hanno misura.

mercoledì 14 dicembre 2011

Manuale di sopravvivenza

Dal punto di vista umano sono cinque anni che i ragazzi difficilmente dimenticano, credo proprio perché passano dall’adolescenza ad una prima maturità, uno dei più importanti cambiamenti della vita. Spesso le spinte vitali tipiche di questo periodo di passaggio li allontanano dallo studio, altre volte la necessaria affermazione della propria personalità li porta alla critica generica e gratuita; per la gran parte del tempo, comunque, è una benevola spensieratezza a farla da padrona. Sono degli esseri umani stupendi; a noi adulti il compito di essere comprensivi e tolleranti, aperti, senza pregiudizi di fronte alle novità; dovremmo cercare di capire il mondo nuovo che è in loro piuttosto che tentare di trasmettere i nostri vecchi, a volte discutibili, valori.