domenica 5 giugno 2016

La musica folk

Tempo fa feci una ricerca su google scrivendo il mio nome e cognome e tra le pagine in mostra ne figurava una alquanto curiosa; conteneva un testo che aveva per titolo Mah, io sono Felice a Campora… – puntini sospensivi compresi. Aveva o non aveva a che fare con me?

Forse sì, dati i temi discussi in quella pagina, il nome dell'Autore e altri indizi. Lasciamo però perdere le supposizioni sul fatto se io sia o no collegato a quel testo, come anche eventuali considerazioni sull'argomento lì affrontato; it is such a kind of gain-giving as would perhaps trouble a woman, potrei dire affidandomi a Shakespeare e forzando i suoi riferimenti ai miei; i contenuti del brano in quella pagina web appartengono alla categoria della musica folk e delle visioni, alle quali sono costantemente affezionato; il tono è leggero eppure profondo, lo stile semplice eppure, nella sua brevità, ricco di riferimenti colti, molte parole suggeriscono altre idee oltre a quelle collegate al significato specifico.

Mi permetto quindi di inserire tale brano in questo mio blog, che contiene solo scritti generati dalla lettura o dall'ascolto di ciò che di creativo è stato prodotto da me; spero di non fare cosa sgradita ad alcuno, spero che la nostra comune madre possa contenere questo atto tra le sue amorevoli braccia e sostenerlo con sopportabile peso.

Nei commenti, posto sia il testo che l'indirizzo del luogo della Matrice nel quale l'ho prelevato.

Felice Campora

1 commento:

  1. sabato 30 aprile 2005

    Mah, io sono Felice a Campora...

    la musica tradizionale viene da leggende, Bibbie, pestilenze e tratta di verdure e morte. Nessuno riuscirà a uccidere la musica tradizionale. Tutte queste canzoni che parlano di rose che crescono dal cervello della gente o di amanti che in realtà sono oche e cigni che si trasformano in angeli, non moriranno. Sono tutti questi personaggi paranoici, che pensano che stia per arrivare qualcuno a rubargli la carta igienica, sono loro che moriranno. Canzoni come “Which Side Are You On?” e “I Love You, Porgy” non sono canzoni folk, sono canzoni politiche. Sono già morte. Ovviamente, la morte non è accettata molto universalmente. Voglio dire, viene da pensare che gli autori di musica tradizionale siano riusciti ad estrapolare dalle loro canzoni che il mistero è un fatto, un fatto tradizionale. Io ascolto le vecchie ballate, ma non andrei a una festa ad ascoltarle. Potrei darti descrizioni dettagliate dell'effetto che hanno su di me, ma probabilmente qualcuno penserebbe che la mia immaginazione sia impazzita. Mi diverte da morire il fatto che la gente abbia la costanza di pensare che io godo di una qual immaginazione fantastica. Fa sentire molto soli. Comunque, la musica tradizionale è troppo irreale per morire. Non ha bisogno di protezione. Nessuno la può colpire. Quella musica contiene l'unica morte vera, valida, che oggi si possa tirar fuori da un giradischi. Ma come tutto ciò che è molto richiesto, la gente la vuole possedere. Ha qualcosa a che fare con la purezza. Penso che la sua mancanza di significato sia sacra.

    nettezzaumana.blogspot.it/2005/04/mah-io-sono-felice-campora.html

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