giovedì 5 gennaio 2012

Patria e amore - Pasquale Furgiuele

A Michele Lops di Corato

Mio dilettissimo amico,
Di molte fortunose vicende ricolma, è per chi bene intende la storia della terra che mi vide nascere, d'Amantea voglio dire, la quale per piccolo paese che si fosse pure di esempî di maschio valore, e di carità cittadina fu in ogni tempo fecondissima. E rileggendo io spessissime volte cotesti fatti, forte desiderio mi venne nell'animo di celebrarli coi versi, al che fare spingevami l'amore del loco natio, ed il desiderio di tempi, e d'uomini migliori. E l'esempio del Pellico anche in questo mi era di scuola, e di conforto - ma io conoscendo quanto basso il mio ingegno si fosse, un piccolo saggio soltanto io ho voluto farne, affinchè le opinioni, e i consigli dei sapienti o a desistere dalla via cominciata o a fornirla con maggiore alacrità mi rendessero esperto. Ed essendo poi questo il mio primo arringo, io a te ho voluto intitolarlo, a te compagno della mia giovinezza e benigno sempre a compatire la fiacchezza delle mie forze, anche perchè valesse a certificarti, come a dispetto della lontananza, l'amico tuo serba, e serberà sempre di te memoria dolcissima.
Tuo affezionatissimo sempre
P. Furgiuele

1 commento:

  1. Il prof. Antonio Piromalli (Maropati 1920 - Polistena 2003), scrittore, poeta, critico letterario, ordinario di Lingua e Letteratura Italiana all'Università di Salerno e compianto guru della letteratura calabrese, nel 1996, a seguito del mio invio di Patria e amore, mi ha scritto: "La ringrazio vivamente per il suo studio su Furgiuele; la riedizione è utile e il testo è stato illustrato in modo critico e storico. Così dovrebbero essere fatti gli studi di critica, non giornalisticamente."

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