lunedì 9 aprile 2012

Sette Racconti di Mistero


La macchia
di Gianluca Rivolta

A dire il vero non era proprio una macchia. Al contrario, era un luogo più luminoso di ciò che gli stava intorno. Era una macchia bianca, ecco quello che era. Adesso vi racconto esattamente dov’era e come è entrata nella mia vita.

1 commento:

  1. Riporto qui di seguito un breve testo di una alunna di scuola media che nel 2006 venne invitata da un collega di italiano, il prof. Francesco Politano, poeta e critico, di commentare uno dei libretti che gli regalai come segno di stima. Francesco mi fornì una copia dello scritto della ragazza, che conservai nel mio archivio. Solo oggi, nel 2012, mentre lo trascrivo, mi rendo conto che la giovanissima alunna che ha scritto queste brevi righe è stata per cinque anni mia studentessa al Liceo Scientifico! E’ una ragazza di bellissima personalità, studiosa e umile, silenziosa e osservatrice, ha imparato un sacco di cose del mio insegnamento, sia di letteratura inglese che di lingua, che oggi parla con un ottimo grado di abilità per una ragazza della sua età e con solo gli studi curriculari alle spalle. Questo piccolo ricordo è molto prezioso per me, la sua figura ha attraversato felicemente la mia esperienza di autore e commentatore di testi, le auguro una vita serena e intensa.

    “Sette Racconti di Mistero, di autori vari, presentati dal prof. Felice Campora, scrittore e docente presso il Liceo Scientifico di Amantea, è un’antologia di 48 pagine che, come dice lo stesso autore, si compone di sette racconti sul mistero che c’è nelle cose, nei piccoli eventi del mondo.
    Si parla dalla magica pipì di Luis Tenér, dallo strano libricino sull’anarchia e la libertà e della corda di fili intrecciati verso il cielo.
    Si prosegue con la tenerezza di Gerdrand e la delicatezza dei fantasmi de “La macchia”.
    E si arriva, infine, al lutto familiare e alla faida di “Un funerale”, nonché all’automutilazione liberatoria, guaritrice di “Cinque”.
    Si tratta perciò di un mistero che, da pacato nella visionarietà dei primi cinque racconti, diventa, negli ultimi due, più inquietante e pieno di terrore.
    I personaggi sono perlopiù pochi, poveri e protagonisti di strane vicende che, però, coinvolgono i lettore e lo fanno riflettere su differenti temi sociali.
    Tali personaggi sono ben costruiti, grazie anche all’uso di un linguaggio semplice e vitale, con sentimenti puri di ribellione e di evasione dalla realtà. Io credo che questi personaggi ci vogliono far capire che non dobbiamo fermarci all’apparenza degli eventi, ma dobbiamo andare più a fondo nella visione delle cose.

    Assunta Miceli, II B media - anno 2006
    Istituto Comprensivo Belmonte Calabro - Longobardi (Cs)”

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